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«C'era una gran luna quella notte. Era luna piena. Nei suoi giochi d'ombra, la selva di ulivi suggeriva a Iolanda immagini irreali che cercavano la via del cuore e l'alchimia dell'emozione. Spesso, a sera, lei usciva sul carruggio e girovagava per i vecchi sentieri, ormai coperti d'erba, fino allo spiazzo del paese, dove un tempo la comunità del borgo si riuniva per vivere insieme momenti di festa. Di quella comunità lei era l'ultima donna, l'ultima testimone di un borgo troppo piccolo per le tensioni e la frenesia dei tempi, troppo distante dalle loro agitazioni. Era cambiato il mondo. Era cambiato l'uomo, proteso più verso quello che poteva avere che verso quello che poteva essere».